Art in Light

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Marset e Sudestasi Contemporanea aprono il 2020 con una collaborazione che porterà all’interno dell’esclusivo showroom Marset, in Via dell’Annunciata, 29, Milano, un ciclo di quattro mostre nelle quali i curatori Angelo De Grande e Ciro Salinitro creeranno degli ambienti unici dove opera d’arte e luce danno vita ad atmosfere esclusive in un lussuoso ambiente domestico.

La novità che colpisce è la particolarità dell’allestimento: un elegante appartamento situato nel cuore dello storico quartiere di Brera dove l’esclusivo design catalano delle lampade Marset incontra le opere d’arte di grandi artisti contemporanei come Andrea Ventura, Giuseppe Ragazzini e Paolo Greco, che saranno i protagonisti delle tre mostre personali. In più è prevista una collettiva durante il Salone del Mobile, che porterà in anteprima a Milano una accurata selezione di artisti siciliani del collettivo Sudestasi Contempoanea.

Grazie a Marset, arte e design sono dunque proposti con una soluzione stilistica del tutto innovativa che immergerà i visitatori in una accogliente e raffinata atmosfera do- mestica, per vivere le opere d’arte in un contesto del tutto nuovo, ma caloroso e fami- liare allo stesso tempo. L’inconfondibile design Marset crea non solo delle lampade dall’estetica esclusiva ed innovativa, ma danno vita a dei giochi di luce intensi, grazie ai quali i curatori metteranno in risalto delle opere d’arte uniche, molte delle quali pre- sentate al pubblico per la prima volta. Da qui l’idea di coniugare artisti che dei contrasti luministici fanno la propria cifra stilistica con le splendide soluzioni proposte da Marset.

“Vogliamo che il nostro pubblico viva l’arte nel migliore dei modi, suggerendo al contempo nuove idee per rimodulare il proprio ambiente e ge- nerare suggestive atmosfere. Da qui l’idea di coniugare artisti che dei contrasti luministici fanno la propria cifra stilistica con le splendide soluzioni proposte da Marset.”


A. De Grande e C. Salinitro
Curatori

12 marzo – 17 aprile, “Radial” di Paolo Greco

Paolo Greco, per la prima volta a Milano, presenterà la sua personale dal titolo “Radial” in onore dello pneumatico radiale, di cui fa largo uso nelle sue opere. Queste ultime si pre- sentano come brandelli strappati, bruciati, che come carne viva emergono dalla superficie quasi a voler fuggire. Altre volte l’abbraccio del copertone avviluppa il supporto e ne diven- ta parte integrante, come se volesse trattenerne l’energia. Due dinamiche apparentemen- te opposte che racchiudono un’unica mente, quella di un uomo in tensione tra una realtà materiale e una spirituale. Greco ha fatto dello pneumatico un mezzo espressivo molto potente e materico con risultati di indubbio fascino. Celebre nel circuito artistico siciliano, vanta molte mostre collettive e personali nell’Isola.

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NOTO | THE DANCE OF THE LIVING STONES

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THE DANCE OF THE LIVING STONES
fotografie di Pietro Alfano e Lara Di Leo
a cura di Angelo De Grande

6 ottobre – 2 novembre 2018
OPENING SABATO 6 OTTOBRE ORE 19
NOTO – MUSEO CIVICO
ex monastero di Santa Chiara – C.so Vittorio Emanuele 147

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Dopo il successo della mostra milanese e di quella ragusana, The Dance of the Living Stones arriva nella città del barocco siciliano, Noto, per una suggestiva mostra che si terrà presso il Museo Civico, ex monastero di Santa Chiara, e durerà dal 7 ottobre al 2 novembre. Come ricorderete, il progetto è stato realizzato tramite crowdfunding nel 2016 e ha riscosso un certo successo venendo insignito del primo premio al concorso “EneganArt 2017”. Ma cos’è The Dance of the Living Stones?

Un gruppo indipendente di giovani artisti italiani, una band di indie-rock siciliana (Mashrooms) e un piccolo, coraggioso paese sempre in prima linea per non farsi dimenticare: tre forze che si sono unite dando vita a questo eclettico e variopinto progetto artistico, portando danza e musica in una delle più grandi opere di land-art al mondo allo scopo di raccontare in modo creativo l’immagine del territorio siciliano e un pezzo di storia italiana. Ne è nato un videoclip di teatro-danza girato al Grande Cretto di Burri, opera che sorge sulle ceneri di quello che era il paese di Gibellina prima che nel 1968 il terremoto del Belice distruggesse tutto.

Più che di un videoclip si tratta di una vera e propria opera d’arte totale (Gesamtkunstwerk) che sposa musica, danza, teatro, scultura e land art. Luogo simbolo di un evento drammatico, in questo progetto il Cretto si afferma come emblema di un’eterna rinascita e di liberazione da un passato di sofferenza: da monumento statico, l’opera di Burri si rivela infine teatro dinamico. La metamorfosi dei corpi danzanti e il parallelismo tra micro e macrocosmo rappresentano il fulcro di questo lavoro che si propone di valorizzare un’opera troppo poco conosciuta, approfittando del centenario della nascita del suo autore e del completamento e restauro dell’opera stessa.

Ricoperti di argilla crettata, i performers emergono dal Grande Cretto raccontando con la danza il dialogo tra il nuovo (la parte dell’opera più recente, ancora bianca, “fresca”) e il vecchio (la parte più antica, grigia oggi restaurata), in un turbinio di movimenti spezzati e contrastanti che giungono infine all’armonia. La coreografia, curata dal duo MÓSS, mira a raccontare un giorno di magia in un “teatro” silenzioso, lontano da tutto e da tutti. The Dance of the Living Stones rianima, anche solo per pochi attimi, questo freddo sudario, per ridargli vita e per celebrare la conclusione di quest’opera di cristallizzazione dello spazio iniziata più di trent’anni fa.

Le riprese del videoclip si sono concluse con uno spettacolo dal vivo creato per omaggiare la comunità di Gibellina Nuova. Per la prima volta, dal 7 agosto 2016, giorno dell’evento, verrà presentato in questa occasione a Noto il video della performance live. Il videoclip e il video della performance si impongono oggi come documento storico di una fase effimera dell’opera di Burri, un momento di passaggio: tra la conclusione dell’opera di land art e il suo restauro.
Tutto ha oggi assunto un colore omogeneo, bianco, nuovo.

Oltre al video della performance live, che verrà presentato con il contributo musicale del maestro Giovanni Fiderio, troverete in questa mostra le cianotipie degli scatti realizzati da Pietro Alfano e Lara di Leo durante la settimana di riprese a Gibellina Vecchia (Grande Cretto di Burri) e il videoclip della canzone Babosa dei Mashrooms (guardalo qui), realizzato con l’importante contributo del direttore della fotografia Andrea Marchese (Nuova Trinacria Cinematografica). La mostra, a cura di Angelo De Grande, è realizzata dalla galleria Sudestasi contemporanea in collaborazione con la galleria Behnam Beniamin Art.

ORARI APERTURA MOSTRA:
martedì – domenica 17 – 21
sabato 17 – 23
lunedì chiuso

CONTATTI:
+39 349.266.4771
+39 340.40.61.833
info@sudestasicontemporanea.com

MilanoPhotoFestival | THE DANCE OF THE LIVING STONES

È con piacere che vi comunichiamo la nostra partecipazione alla mostra The Dance of the Living Stones che verrà presentata in anteprima a Milano dal 15 Maggio al 25 Maggio 2017, presso i locali della Mediateca Santa Teresa (via della Moscova, 28), nell’ambito del MilanoPhotofestival per poi essere riproposta qui da noi in galleria in luglio.

The Dance of the Living Stones conclude l’omonimo progetto video di Angelo De Grande, le cui riprese si sono svolte nell’agosto del 2016 al Grande Cretto di Alberto Burri a Gibellina (opera di land art sorta sui ruderi del paese distrutto dal terremoto del Belice nel 1968).

Luogo simbolo di un evento drammatico, in questo progetto il Cretto si afferma come emblema di un’eterna rinascita e di liberazione da un passato di sofferenza: da monumento statico, l’opera di Burri si rivela infine teatro dinamico. La metamorfosi dei corpi danzanti e il parallelismo tra micro e macrocosmo rappresentano il fulcro di questo lavoro, che si propone di valorizzare un’opera troppo poco conosciuta, approfittando del centenario della nascita del suo autore e del completamento e futuro restauro dell’opera stessa.

Ricoperti di argilla crettata, i performers emergono dal Grande Cretto raccontando con la danza il dialogo tra il nuovo (la parte dell’opera più recente, ancora bianca, “fresca”) e il vecchio (la parte più antica, grigia e ormai ricoperta di vegetazione), in un turbinio di movimenti spezzati e contrastanti che giungono infine all’armonia. La coreografia, curata dal duo MÓSS, mira a raccontare un giorno di magia in un “teatro” silenzioso, lontano da tutto e da tutti.

The Dance of the Living Stones rianima, anche solo per pochi attimi, questo freddo sudario, per ridargli vita e per celebrare la conclusione di quest’opera di cristallizzazione dello spazio iniziata più di trent’anni fa.

Le più di cento fotografie esposte, scattate durante i giorni delle riprese, mostrano i protagonisti immersi negli spazi di questa immensa opera di land art: un teatro silenzioso lontano da tutto e da tutti. Oltre ai due fotografi ufficiali, Lara di Leo e Pietro Alfano, ci saranno piccoli contributi fotografici di altri componenti della troupe (Andrea Marchese, Angelo De Grande, Davide e Roberta Bianca) e di alcuni spettatori (Alessandro Cartosio). 

parlano dEL PROGETTO: