7/07 – 2/09 2018
chiesa san cristoforo • siracusa
opening 7/07 ore 18.00

A cura di Angelo De Grande

Pubblicità della religione o religione della pubblicità?

Cos’é Lei?

Drudi ha scovato una vera e propria icona in Sicilia, l’Annunciata di Antonello da Messina conservata a palazzo Abatellis, celebre museo palermitano allestito da Carlo Scarpa.

Se volessi ridurre questa mostra ad una sola frase potrei direi: “L’Annunciata sta a Drudi come Marilyn Monroe sta Warhol”.

Entrambe le opere incarnano l’anima del paese in cui sono nate.

Ma mentre la Marilyn era il simbolo della notorietà e della mercificazione della donna, Lei é piuttosto l’esaltazione di un archetipo che torna in auge attraverso l’opera di un artista, il cui animo e spirito creativo sono legati a doppio filo alla tradizione del Rinascimento italiano.

La Pop Art di Drudi passa attraverso la religione cattolica, anche se quest’ultima é stata praticamente annullata nella Lei.

Lei é l’Annunciata ma svuotata da ogni significato spirituale, Lei é la donna.  

Drudi estrapola il timido  sguardo, il mezzo sorriso e glissa sulle mani e  sull’unico legame che il dipinto originale aveva con la religione: il libro di preghiere.

Il volto ovale e il velo triangolare rendono perfetta questa composizione geometrica e fanno sì che questo ritratto possa attraversare i secoli e assomigliare sempre alla nostra vicina di casa. Antonello ha creato una madonna il cui viso simboleggia la quintessenza della figura femminile, Drudi l’ha vista, mangiata e digerita, resa di carne e alleggerita da ogni orpello, l’ha trasformata in un’icona Pop, la più italiana che io abbia mai visto.

Quando ho visto per la prima volta, per caso, l’istallazione di Mauro Drudi a Fano, un piccolo villaggio sul mare nelle Marche, sono rimasto colpito dalla sua maestosità. La chiesa barocca, in cui erano inserite le due pareti portanti i quadri della “Lei”, scompariva alle spalle dell’opera.

Il risultato infatti é una navata effimera, inserita nella navata in muratura, composta da enormi pareti che, come pannelli pubblicitari tappezzati di manifesti, accompagnano il visitatore in un percorso alla scoperta dell’essere femminile. Lo stesso, ripetuto più di 300 volte e pure, sempre diverso.

Quest’anno, con l’amico e collega Ciro Salinitro abbiamo deciso che Sudestasi Contemporanea doveva portare Lei in una chiesa in Sicilia. Dopo varie vicissitudini la scelta é caduta sulla chiesa di San Cristoforo a Siracusa, un’antica struttura medievale restaurata nel 1700 nella nuova veste barocca e incastonata tra le fitte vie di Ortigia.

Questa chiesa sarà, subito dopo la conclusione della mostra, nuovamente restaurata e la sua affascinante decadenza lascerà il posto ad un’estrema pulizia, i segni del tempo saranno cancellati e questo catalogo sarà l’ultima testimonianza del vecchio edificio.

Ringrazio padre Rosario Lo Bello per aver fatto in modo che quest’evento avesse luogo qui, durante Ortigia in Mostra, la manifestazione organizzata da Sudestasi Contemporanea per l’estate 2018.

Angelo De Grande

Iman parte dal suo paese, in Africa, a 16 anni dichiarando di averne 18 assieme al suo fidanzato. Al confine vengono separati. Iman è una ragazza bellissima. Viene violentata. Il suo ragazzo non lo rivedrà mai più. Dopo quasi un anno senza soldi né documenti riesce ad arrivare al posto di polizia, vicino alla costa nordafricana, tappa obbligata prima dell’imbarco per l’Italia. Legata a un tavolo, viene violentata per una settimana di fila. Chiunque può approfittarne. Solo un giovane di cui LEI ricorda appena la sagoma ogni giorno le porta da bere e rapidamente le sciacqua le parti intime. Prima di liberarla le spengono una sigaretta sul clitoride. Arrivata in Italia Iman si prostituisce, per tre anni. La sua bellezza le permette di aiutare le prostitute meno fortunate. Paga LEI l’affitto dell’appartamento, il mangiare e le spese varie. A volte presta denaro da spedire a casa alle sue colleghe, denaro che non vorrà mai venir restituito. Quando conosce l’uomo che diventerà suo marito, anche lui africano, si trasferiscono ma LEI continua ugualmente ad aiutare come può le sue colleghe. Si sposa. Lui ha un buon lavoro. Hanno tre figli. Quando racconta la sua storia Iman ha da poco compiuto 40 anni. I figli, una femmina e due maschi, sono già grandi e LEI sta per diventare nonna. È alta, bella, calma, sembra la Regina di uno stato immaginario. Non ha rimpianti e ringrazia Dio. E dice che aiuterà sempre tutti perchè LEI lo sa cosa vuol dire aver bisogno d’aiuto.

Ora, quale pittore potrebbe dipingere la pelle di una donna come Iman? Io ho trovato un pezzo di legno vicino ad una fabbrica abbandonata, la forma irregolare ma armonica, le schegge lasciate così, e ne ho dipinto solo l’ombra, lasciando alla  casualità degli elementi l’onore di mostrarci la pelle di una donna che è davvero una Regina, la Regina di uno stato che non dovrebbe essere immaginario!

(Mauro Drudi, Testimonianza di Iman, nome immaginario di una Regina Vera)

mauro drudi

Nato a Cattolica nel 1963, Mauro Drudi é un artista poliedrico.

Scrittore, pittore, poeta collabora con Oliviero Toscani e Goran Bregovic allo spettacolo “Amen” scritto e realizzato per la Rai nel 2001. Da allora si occupa di musica e spettacolo finché, nel 2012 inizia la sua storia con “Lei”, la Madonna Annunciata realizzata da Antonello da Messina che Drudi rivisita in chiave pop. Dal 2013 la serie “Lei” inizia ad essere esposta in tutta Italia. Dal 2014 Drudi fa una serie di performances pittoriche dal vivo in Italia e in diversi paesi europei (Germania, Romania, Olanda).

 

 

 

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Mostre personali:

2017 Flowers, Casa museo Ivan Bruschi, Arezzo.

2016 LEI, una riflessione pittorica sulla donna, Chiesa del Sant’Arcangelo, Fano, (PU).

2013 LEI, una riflessione pittorica sulla donna, Chiesa di Santa Lucia, San Giovanni in Marignano, (RN).

2011 Hybrids & Pop, “Lavanderia, ricircolo dei cervelli”,  Rimini.

2010 Hybrids, Centro Porsche Pesaro, Pesaro.