il progetto
“Moscova 51” è un progetto di street art concepito e promosso da Sudestasi Contemporanea, in collaborazione con il condominio Moscova 51, che intende trasformare la porzione di facciata inquadrata dalla porta murata che dà su via di Porta Tenaglia (tra i civici 2 e 4) in un “contenitore” di arte urbana: una vetrina espositiva che accolga ciclicamente un’opera frutto di un progetto condiviso tra artisti e residenti del condominio.
Oggi si parla sempre più di street art come strumento di aggregazione sociale e di riqualificazione del tessuto urbano. Dall’Hangar Bicocca, che ha investito in un piano triennale dedicato alla urban art, sino alla più recente iniziativa di Fineco Bank, che nel gennaio 2021 ha inaugurato in Corso Garibaldi una serie di murales monumentali, lo skyline di Milano è ormai un pullulare di colori che svettano tra i muri degli edifici.
Il progetto “Moscova 51”, in particolare, nasce come risposta specifica ad una doppia esigenza: da un lato preservare il decoro di questo tratto di muro; dall’altro individuare – in epoca di covid – nuovi spazi espositivi per l’arte. A tal fine, ogni qual volta l’opera venisse deturpata si provvederà alla sua sostituzione con un’altra, in modo da realizzare nel tempo una sorta di installazione in divenire che mira a generare un dialogo “immaginifico” con il quartiere, sperimentando al contempo metodologie alternative di decoro urbano.
l'artista

Nato a Palermo nel 1976, dopo un trascorso nella cultura Hip Hop dal 1994 al 2000, Di Grado rimane affascinato dall’arte e in particolar modo dalla pittura. Nel 2012 ha fondato ManSourcing, l’associazione che ha dato inizio al suo progetto artistico: la promozione dell’arte in tutte le sue declinazioni possibili. Inizia così un percorso ricco di collaborazioni con numerosi artisti della scena nazionale ed internazionale, che ha coinvolto in mostre, progetti di street art e festival. Nel 2016 ha rivoluzionato la sua idea di fare arte, dedicandosi pienamente alla tecnica del collage che oggi più lo rappresenta.
Ha così iniziato a tagliare, incollare, assemblare immagini che trae perlopiù da riviste pubblicate tra gli anni ’30 e gli anni ’60 del Novecento, e che cerca con piglio da archeologo. Immagini che evocano anni di cambiamento, rinascita, speranza, e che nei suoi lavori restano intatte nella loro identità ma ri-contestualizzate in un processo di attualizzazione semantica.
Al centro del suo interesse la figura umana. Uomini, donne, bambini, il cui volto reca sugli occhi una frase che definisce il senso dell’opera: un messaggio, una provocazione, una riflessione che attraversa il tempo fino a raggiungere il nostro presente. Occhi che parlano. La sua firma.
Numerose le partecipazioni a mostre, festival, ed eventi vari di respiro nazionale e internazionale. Tra le principali e più recenti esposizioni si citano le personali a Milano (Spazio Marset, 2021) e in Norvegia (Scandinavian Collage Museum, 2020) o le collettive a Palermo (Museo Riso, 2021), Atene (The Project gallery, 2021) Varsavia (International Collage Art, 2020 e 2019), Roma (galleria Rosso20setta, 2020), Catania (Palazzo della Cultura, 2020), Edinburgo (Vinylism Event Collage, 2018); tra i festival invece Mosca (Cut and Glue Fest, 2021), Bruxelles (Collagist Festival, 2019), Città del Messico (Paste Up Festival, 2019).
Sue opere decorano i muri delle principali città italiane ed europee, tra cui Roma, Milano, Parigi, Berlino, Lisbona, Basilea, Atene, Nantes e Valencia.
l'opera
“Senso di appartenenza” è un’opera eseguita nell’ambito del progetto Moscova 51 dall’artista siciliano Demetrio Di Grado, già protagonista con i suoi collage “parlanti” di diversi interventi urbani sia in Italia che all’estero. Elemento comune delle creazioni di Di Grado è la cesura semantica tra le figure tratte da vecchie riviste del secolo scorso e le parole che ne coprono gli occhi, e che attualizzano il senso veicolato dalle immagini in chiave ora ironica, ora evocativa. Questo intervento lancia un messaggio di quiete e speranza nell’indefinito caos che ha segnato l’ultimo biennio, una quiete suggerita anche dai toni tenui che caratterizzano le illustrazioni del dopoguerra, periodo in cui le immagini – come afferma lo stesso autore – sprigionavano l’urgenza di rinascita e di ricostruzione nella più autentica semplicità. Qui Di Grado condensa in un variopinto assemblaggio di carte e suggestioni emotive una serie di spunti che rimandano al proprio universo valoriale:

nella rassicurante figura femminile l’omaggio alla donna intesa come motore della società; nelle citazioni paesaggistiche e floreali l’attenzione alle tematiche ambientali e al concetto di rinascita; nei pixel e nel pittogramma di infiammabilità un rimando agli “strumenti del mestiere”; nelle lettere P e T la precipua destinazione per la via di Porta Tenaglia. Una delicata auto-riflessione sull’io, distante dalle provocazioni urlate di tanta arte contemporanea, che sembra esortare ognuno di noi a guardarsi dentro e a prendere in mano il proprio destino in modo giocoso e pacato… in pieno stile #DEMETRIODIGRADO.