Il progetto

Con la mostra De Collage. (Im)probabili ritratti di donna e altro (Palermo, Palazzo Imperatore, 13 – 21 maggio 2023), a cura di Ciro Salinitro, continua il sodalizio tra la Fondazione Donà dalle Rose e Sudestasi Contemporanea. Questa volta, in occasione della XII edizione della “Settimana delle Culture”, la scena si sposta da Venezia alla nativa Sicilia, nativa per Sudestasi Contemporanea ma anche per gli artisti selezionati: Ade, Demetrio Di Grado e Alessandra Roccasalva. 

L’evento è promosso dalla Fondazione Donà dalle Rose nell’ambito della programmazione 2023 del “The Doge Venice Carpet” e del format “Fondamenta Nove dell’Arte”.

In mostra tra i bassi del palazzo anche le opere di due artisti d’eccezione: Rosa Mundi, visual artist internazionale che in questa sede ha il suo studio-atelier, e il veneziano Michele Tombolini, attualmente ospite in residenza artistica presso gli spazi della Fondazione. Entrambi esposti nel Padiglione di San Marino alla 59° edizione della Biennale di Venezia, Rosa Mundi e Tombolini portano avanti con argomentazioni e stili diversi una ricerca sull’essere umano che si esprime mediante una comune propensione alla contaminazione e alla sperimentazione di linguaggi (pittura, scultura, installazione, fotografia e performance). In particolare Rosamundi tende a creare oggetti al di fuori del tempo, delle finestre su realtà “altre” che ci invitano a entrare in un mondo magico, surreale, nutrito di metaforiche trasparenze, per sottoporci l’urgenza di questioni dirimenti come il destino dell’umanità. La ricerca di Tombolini invece, partita da una pittura istintiva e viscerale, oggi si rivolge sempre più all’arte concettuale, proponendo con la sua poetica “Social Pop” una riflessione sulla nostra società e su temi come la censura, la prostituzione infantile, l’abuso di minori o l’ambiente.

La mostra

Ideata per celebrare il “World Collage Day” che ricorre nella giornata inaugurale del 13 maggio, De Collage è un’omaggio alla donna contemporanea; uno stimolo visivo alla riflessione sull’universo femminile, mediante un linguaggio iconico di massa come il collage. La particella De, latinismo che introduce l’idea di “discorso sopra qualcosa”, si sposa dunque con il concetto di décollage inteso nell’accezione di “decollo”, di distacco dalla dimensione terrena, così come di processo creativo basato sull’estrapolazione analitica di immagini significanti. Una connotazione distante dagli esiti degli strappi di Rotella, che vuole mettere in luce da un lato il crescente ruolo della donna nella società contemporanea e dall’altro l’importanza del concetto di “Less is more” (meno è meglio), ovvero della sottrazione del superfluo come metodo di indagine privilegiato per raggiungere l’essenza delle cose.

Le opere selezionate, ed esposte insieme a quelle di Rosa Mundi nel suo studio-atelier, mostrano le ultime evoluzioni di questa tecnica nata nel 1912 con i cosiddetti papiers collés di Picasso: dal collage ancora analogico di Demetrio Di Grado a quello digitale di Alessandra Roccasalva, sino alla realtà aumentata di Ade. Distanti per sensibilità, stile e mezzi adottati, con i loro “frame” estrapolati dalle più svariate fonti iconografiche i tre artisti mettono in scena una carrellata di donne ideali e diversissime, ognuna delle quali si fa portatrice di tematiche sempre attuali come la maternità, l’emancipazione, l’affermazione identitaria, la coscienza di genere, l’oggettivazione sessuale, la crisi ambientale o il rapporto tra passato e presente.

Il percorso espositivo

L’esposizione inizia nell’androne del palazzo, dove ad accoglierci troviamo alcune delle celebri Sfere armillari di Rosa Mundi, sculture dal complesso contenuto simbolico che indagano il concetto del tempo.

Solcato l’ingresso si entra nel vivo della mostra, il cui allestimento dal carattere volutamente intimo lascia pressoché immutata la disposizione di opere e arredi già presenti nella sala. I collages esposti si susseguono in un un dialogo serrato con l’Opera e la quotidianità di Rosa Mundi, delineando tuttavia un discorso autonomo e autoreferenziale che prende le mosse dalle fantasiose composizioni del siracusano Ade. Ricche di ironia e drammaticità, le sue opere evocano una velata critica alla società moderna che si esprime in modo giocoso anche tramite il ricorso alla realtà aumentata. In questi assemblaggi illogici e provocanti, la donna di Ade ci appare come una figura ibrida, una chimera ammiccante e introspettiva al tempo stesso. Se nell’amazzone che indica uno sgocciolante sole giallo su un cielo rosa siamo di fronte ad una sorta di moderno mito di Icaro, nel collage fotografico ritroviamo una “mise en abyme” della figura femminile, uno specchio che scava nel suo inconscio. Utilizzando l’app di bepart veniamo invece proiettati nel mondo della realtà aumentata, con l’allegoria di una madre natura che piange all’infinito il suo destino amaro.

Si prosegue con l’immaginario di gusto retro’ della ragusana Alessandra Roccasalva. I capolavori del rinascimento sono il principale repertorio grafico da cui attinge l’autrice per creare queste riletture oniriche e volutamente didascaliche dell’arte moderna. I suoi collages digitali sono “un misto di suggestioni, di rimandi, di paradigmi della memoria”, di simboliche narrazioni dell’Io che ci guidano alla riscoperta di noi stessi per il tramite di una delicatezza femminile senza tempo. Così una “lady” botticelliana dallo sguardo deciso che ha ormai conquistato la luna ci spinge a guardare oltre, Flora ci schiude le porte al tema della rinascita, mentre un’algida madonna dall’apparenza vitrea si mostra con disincanto e senza veli in tutte le sue sfaccettature di madre premurosa, di regina seducente, di donna fragile ma al tempo stesso forte, fredda e calcolatrice.

Chiudono la mostra altre tre opere del palermitano Di Grado, tratte da una serie dedicata all’Empowerment femminile. Le sue bellezze anni cinquanta, sotto forma di ritagli di riviste originali d’epoca, richiamano alla memoria gli anni del boom economico restituendoci l’immagine di una donna serena, in carriera, sensuale e poetica… in una parola “indimenticabile” (almeno a giudicare dai concisi messaggi testuali applicati sugli sguardi delle protagoniste). Parole la cui ricerca, afferma l’artista, “intende offrire la possibilità di scardinare senza censure l’immagine armonica e tradizionale, e descrivere le pulsioni, i conflitti, i desideri” dell’universo femminile.

Da questo turbinio di accostamenti, ricordi e citazioni che abbracciano umanesimo e tecnologia virtuale, ne deriva un’immagine di donna risoluta, ironica, consapevole, indipendente, ormai libera dalla ingombrante presenza dell’uomo al suo fianco e pronta al “decollo” verso il futuro. 

Infine, il percorso espositivo si conclude (o si apre, a scelta dello spettatore) con una visita nell’adiacente atelier temporaneo di Michele Tombolini, artista poliedrico che spesso ha scelto la donna come protagonista della sua ricerca artistico-sociale.

Gli artisti - ADE

Le figure di Ade nascono così, da un patchwork di antiche incisioni e schizzi decontestualizzati e mescolati tra loro che danno vita a una moltitudine di Chimere dai mille aspetti differenti. Simboli, icone e figure antropomorfe sono gli elementi cardine dell’espressività di Ade in cui il legame con la Sicilia, sua terra natale, si ritrova sia nei rimandi naturalistici delle composizioni, sia nel concetto stesso di chimera. La storia millenaria che nella Magna Grecia trova le sue origini, viene perpetrata ancora oggi attraverso una figurazione moderna e una tecnica contemporanea. Un flusso, un’energia che scorre, quasi rituale, questo è  il modus operandi che l’artista adotta nel suo lavoro. I collage nascono digitalmente senza rinunciare all’elemento pittorico che, come un portale, affonda le radici nella tradizione, come a voler sottolineare che non può esserci un futuro se non si riconosce il passato. Ma è nel supporto video che, attraverso l’animazione, troviamo la massima espressività.

(Sarah Campisi)

Madre Natura, 2023 collage digitale e acrilici, mm. 210×295

Nella visione di Ade, Madre Natura si presenta come una chimera sofferente. Le lacrime versate dalle creature marine sono una denuncia all’atteggiamento padronale che l’uomo adotta nei confronti degli animali e della Terra. Il terzo occhio-ingranaggio, che muove le cose ed è anche un omaggio al Terzo Paradiso di Pistoletto, completa la composizione con colori acidi, dal gusto artificiale, sottolineando ancora una volta la terribile presa dell’uomo sulla natura.

Scarica la app gratuita “Bepart” e immergiti nell’opera con la realtà aumentata

Senza titolo, 2023, fotocollage, mm. 416×293

Senza titolo, 2023, collage digitale e spray, mm. 300×300

Perché investire su ADE

Artista poliedrico (videomaker, fotografo e collagista), con le sue opere dal carattere surreale e irriverente Ade si fa testimone del proprio tempo proponendo una riflessione sulle contraddizioni della società di oggi. 

Particolarmente apprezzato dal pubblico giovanile per i suoi collage digitali in realtà aumentata, ha già ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali come l’invito per una collettiva presso l’Università di Lima (Habitat, 2022), la pubblicazione sulla rivista Antarktikos #1(a cura di E. Kokmeijer, The Hague 2022) o il premio Enegan Art 2017 (tema Rinascita); ha inoltre realizzato diversi videoclip per gruppi musicali, tra cui la francese Irina-R e i siciliani Qbeta.

Considerate le referenze e il costo irrisorio delle sue opere su carta (da 100 a 250 euro), Ade rappresenta sicuramente un investimento consigliato.

Biografia

Storico dell’arte e artista visivo, ADE (Augusta, 1979) consegue il Dottorato presso l’E.P.H.E. di Parigi nel 2015. 

La sua ricerca artistica, sempre più incentrata sul concetto di chimera, spazia dalla video arte all’animazione passando per la pittura ad olio e acrilico. 

Nel 2015 ha vinto il primo premio all’Imperia Film Festival, seguito l’anno successivo da quello all’Avanca Film Festival, con il videoclip Sailor acoustic song. Nel 2017 ha vinto anche il primo premio Enegan Art (tema Rinascita), con il video The Dance of the living Stones.

Ha partecipato a diverse mostre in Italia e all’estero tra cui, nel 2022, “Habitat, una sola tierra” presso il centro di cultura dell’Università di Lima.

Vive e lavora a Milano (MI).

Gli artisti - Demetrio Di Grado

Nell’ultimo anno la produzione dei collage di Di Grado si confronta con un intenso processo di analisi interiore che lo ha portato a declinare molti dei suoi lavori  su tematiche complesse a volte drammatiche, senza tralasciarne però quell’aspetto ironico che caratterizza ogni sua opera. Nella serie, dal titolo amaro e grottesco, “Canditi al Veleno”, Di Grado rievoca un’atmosfera, quella degli anni ’50, in cui la donna moglie premurosa, madre attenta, padrona di casa impeccabile, emerge sorridente e racconta di se circondandosi di elementi rassicuranti e a volte fiabeschi: fiori, tessuti, ali d’angelo, corone regali. Egli manipola quelle immagini e le stravolge, sovvertendo e ricostruendone lo stereotipo, spegnendo quell’aura di perfezione da cui era avvolta e ricreando le ossessioni e le paure dell’universo femminile contemporaneo, fino a provocare, ancora una volta, un corto circuito nell’immaginario e nella coscienza. Una calma ed una soavità che viene interrotta bruscamente dalla consapevolezza di una vita solo all’apparenza dorata ma ricca di quelle contraddizioni e amarezze proprie del nostro tempo”.

(Francesco Piazza)

 

Coscienza (inquieta), 2022, collage su carta, mm. 210×297

Coscienza (inquieta) è “un’immagine forte, l’unica dove il volto della protagonista si moltiplica in un turbinio di emozioni. Dietro, uno sfondo che racchiude elementi urbani e frasi su frammenti colorati di carta, pellicole trasparenti e le due “P” (Perle ai Porci). Il volto femminile diviene mezzo busto e si impone come elemento cardine..”.

Sentimento e poesia, 2019, collage su carta, mm. 210×297

Indimenticabile, 2019, collage su carta, mm. 210×297

Perché investire su Demetrio Di Grado

Con oltre 20 anni di carriera alle spalle, Demetrio Di Grado è ormai entrato nel novero degli artisti più influenti della street art siciliana. Tra mostre, festival e interventi in strada, le sue opere hanno invaso mezzo mondo, da Città del Messico a Mosca, da Lisbona a Edimburgo, ottenendo anche importanti riconoscimenti istituzionali come nel caso del progetto di riqualificazione urbana realizzato ad Atene con l’Istituto italiano di Cultura. Numerose le pubblicazioni a lui dedicate, tra cui la monografia Eravamo puri senza pretese (a cura di F. Piazza, Bisso Editore, Palermo 2020) e la menzione in Collage Italia – vol. 1 (a cura di D. Di Leo, Psicografici Editore, Collana “Solo”, Roma 2022). 

In questi anni i suoi collage parlanti hanno registrato un incremento di valore costante (+230% sulla quotazione del 2018), generando significative possibilità di profitto.

Biografia

Dopo un trascorso nella cultura hip hop, nei primi anni 2000 Demetrio Di Grado (Palermo, 1976) rimane affascinato dall’arte e in particolar modo dalla pittura. Nel 2012 ha fondato l’associazione ManSourcing, con cui ancora oggi promuove numerose attività socio-culturali. 

Nel 2016 ha rivoluzionato la sua idea di fare arte, dedicandosi pienamente alla tecnica del collage che più lo rappresenta. Ha così iniziato a tagliare, incollare, assemblare immagini che trae perlopiù da riviste pubblicate tra gli anni ’30 e gli anni ’60 del Novecento, e che cerca con piglio da archeologo. Immagini dense di poesia e nostalgia, che evocano anni di cambiamento, rinascita, speranza, e che nei suoi lavori restano intatte nella loro identità ma ri-contestualizzate in un processo di attualizzazione semantica.

Al centro del suo interesse, la figura umana. Uomini, donne, bambini, con gli occhi coperti da una frase che definisce il senso dell’opera: un messaggio che attraversa il tempo fino a raggiungere il nostro presente. Occhi che parlano. La sua firma.

Numerose le partecipazioni a mostre, festival e vari eventi di respiro nazionale e internazionale. Tra le principali e più recenti esposizioni si citano le personali a Milano (Spazio Marset, 2021) e in Norvegia (Scandinavian Collage Museum, 2020) o le collettive a Palermo (Museo Riso, 2021), Atene (The Project gallery, 2021) Varsavia (International Collage Art, 2020 e 2019), Roma (galleria Rosso20setta, 2020), Catania (Palazzo della Cultura, 2020), Edimburgo (Vinylism Event Collage, 2018); tra i festival invece Mosca (Cut and Glue Fest, 2021), Bruxelles (Collagist Festival, 2019), Città del Messico (Paste Up Festival, 2019).

Sue opere decorano i muri delle principali città italiane ed europee, tra cui Roma, Milano, Parigi, Berlino, Lisbona, Basilea, Atene, Nantes e Valencia. 

Vive e lavora a Caltagirone (CT).

Gli artisti - Alessandra Roccasalva

Donne, pesci, fiori, costellazioni, formule chimiche, geometrie vettoriali, sintagmi della mente e ontologie dell’inconscio. L’universo immaginifico di Alessandra è un misto di suggestioni, di rimandi, di paradigmi della memoria in cui l’autrice si nutre del passato per rivendicare un nuovo ordine dominato dalla sensibilità femminile e da una delicata bellezza senza tempo.

In un ideale corto circuito tra l’ieri e l’oggi i suoi collage surreali sono una colta rivisitazione della storia dell’arte in chiave tecnologica. L’artista si appropria delle più celebri icone dell’età moderna per raccontare, in una sorta di ironico gioco degli incastri, le proprie passioni, i propri ideali… in una parola il proprio vissuto. E lo fa con quella cura smodata per i dettagli che caratterizza l’approccio certosino del graphic designer. 

Una rielaborazione che trasforma queste illustrazioni in specchi dell’Io, in raffinate visioni metafisiche capaci di trasmettere una sensazione di mistero seducente in cui tutto è simbolico ed assume un valore altro. Nella citazione si cela la dichiarata volontà di condividere con l’osservatore la ri-scoperta dell’arte antica; nel continuo ritorno del numero tre, associato prevalentemente alla figura del pesce, la propria identità; nei rimandi al tema dell’acqua la scelta di vita in riva al mare; nei ritratti femminili la convinzione che il ruolo della donna debba essere sempre più centrale nei futuri sviluppi della società contemporanea.

Weird Fishes – in sintesi – è un viaggio nella sua dimensione intima e onirica, iniziato tra lo stato di veglia e il sogno.

(Ciro Salinitro)

Melun-Diptychon – Portrait of Agnes sorel as Madonna with Child, 2022, digital collage, mm. 410×290

In Melun-Diptychon, rivisitazione del celebre dipinto su tavola attribuito a Jean Fouquet (1450-1455), un’algida Madonna dall’apparenza vitrea si mostra con disincanto e senza veli in tutte le sue sfaccettature di madre premurosa, di regina seducente, di donna fragile ma al tempo stesso forte, fredda e calcolatrice. La presenza maschile è ormai superata, censurata dal dipinto originale per far posto a fiori, farfalle, lettere e calcoli geometrici che si traducono in simboli di emancipazione.

Sandro Botticelli – Idealized portrait of a Lady, 2022, digital collage, mm.  410×290

Sandro Botticelli – Primavera, 2022, digital collage, mm. 410×290

Perché investire su Alessandra Roccasalva

Da poco presente sulla scena artistica, il 2022 è stato per lei un anno straordinario: dalla presentazione di alcune opere sul profilo social ufficiale di Adobe Photoshop alle mostre con l’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam e con la “Van Der Plas Gallery” di New York. Ha inoltre progettato la copertina per il Magazine “Elitism Florence & Tuscany”, è stata selezionata per il libro Collage Italia – vol. 1 (a cura di D. Di Leo, Psicografici Editore, Collana “Solo”, Roma 2022) e ha pubblicato Weird Fishes, sua prima monografia (Psicografici Editore, Collana Instanti, Roma 2022)

Le riproduzioni a tiratura limitata dei suoi collage digitali si possono acquistare a partire da 150 €, ma diventeranno presto più costose vista la crescita esponenziale della sua pagina instagram che in un solo anno è passata da 1.000 a 46.000 followers.

Biografia

Grafica e illustratrice, Alessandra Roccasalva (Ragusa 1978) si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Catania, con una specializzazione in pittura e beni culturali. 

Ha iniziato a creare collage per divertimento. Prende per lo più spunto da opere d’arte, e con milioni di punti di “Bézier” ritaglia, isola e mette insieme altra bellezza. 

Ha esposto a Hangzhou (Cultural Industry Expo, 2022-2023), Ragusa (Antico convento dei Cappuccini, 2022-2023), Bitola (Bitola Institute and Museum, 2022), Amsterdam (Amstelkerk, 2022), Utrecht (Kunstliedfde, 2022), Gáldar (Paseo de los Guanartemes, 2022), Caldogno (Villa Caldogno, 2022), New York (Van Der Plas Gallery, 2022).