#ARTEADISTANZADISICUREZZA 05: “SENZA TITOLO” – FABRIZIO RUGGIERO

#ARTEADISTANZADISICUREZZA 05: "SENZA TITOLO" - FABRIZIO RUGGIERO

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#ARTEADISTANZADISICUREZZA 05:

Fabrizio Ruggiero – “Senza Titolo”, 2012

[mm 600×600]

PERIODO PROMO: 20 aprile – 24 aprile 2020

Info su #arteadistanzadisicurezza

Dopo la pausa per le festività pasquali, riprendono le nostre promozioni per #arteadistanzadisicurezza.
La quinta proposta, valida dal 20 al 24 aprile, è una singolarissima opera su tela di Fabrizio Ruggiero, affermato artista napoletano (vanta mostre e collaborazioni da New York a Mumbai, da Londra a Yaoundè) che coniuga il linguaggio contemporaneo astratto con l’antica tecnica dell’affresco.

Il dipinto fa parte degli Analytical Fresco Paintings, un tema ricorrente nella produzione dell’autore, che – come afferma lui stesso – prova “sempre un senso di disagio difronte ad una operazione critica che cerca di dire il vedere: la pittura non è fatta di parole e mi piace ricordare che la pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca”. Motivo per cui – in questo più che in altri casi – caldeggiamo la visione del videoclip dove è l’artista stesso a raccontarsi.

Sabbia, calce e pigmenti naturali sono gli elementi che Fabrizio Ruggiero adopera per porre domande sull’essenza del colore e sul significato dell’atto stesso di dipingere nel mondo contemporaneo.
La fascinazione per l’antica tecnica dell’affresco nasce in gioventù, ammirando le opere di Pompei ed Ercolano dove si recava in visita col padre. L’affresco, afferma Vincenza Di Maggio, “permette all’artista di creare motivi dalle superfici ruvide che giocano con la vista ed il senso dello spazio dello spettatore, stimolando visivamente la mente. Il suo obiettivo, infatti, è di esplorare e scoprire i modi in cui catturare la visione”.
Concetti fondamentali nella ricerca artistica di Ruggiero sono l’unità e l’interdipendenza di tutti i fenomeni e la natura intrinsecamente dinamica dell’Universo. La pittura ad affresco assume quindi una valenza simbolica, in quanto mette in relazione l’opera con la materia e con lo specifico luogo in cui è stata creata: “quello che puoi ottenere a Roma – dichiara Ruggiero – sarà completamente differente da quello che puoi ottenere a Venezia. Il materiale con cui la malta è creata è diverso. Puoi dipingere la stessa immagine, ma il risultato sarà completamente differente”.

Negli ultimi trent’anni, Fabrizio Ruggiero ha trascorso lunghi periodi in Asia, dove ha esplorato il pensiero indiano e ha cercato pattern visivi comuni a culture diverse riassumendo i risultati in un lavoro grafico, che ha chiamato “Somiglianze familiari” in omaggio a Ludwig Wittgenstein. 
Nel 1984 si trasferisce in Toscana e fonda “Architectura Picta”, un laboratorio innovativo dove inizia a riflettere sulla struttura interna del linguaggio della pittura ad affresco che sviluppa con l’ausilio delle tecnologie contemporanee. Il suo interesse per la forma e il formato del supporto della pittura lo ha portato a confrontarsi con la relazione tra forma, materiale e spazio concentrandosi sulla forma nello spazio. Quest’ultimo in particolare assume un ruolo centrale nella sua produzione, evidenziato dall’uso di supporti spesso leggermente ondulati e dall’alternanza di motivi ritmici tratteggiati che suggeriscono il concetto di uno spazio curvo “non piatto”.
La ricerca di Ruggiero si svolge lungo l’asse della modellazione “morbida”, utilizzando per le sue sculture astratte stuoie di canne ed intonaco per ottenere l’effetto di leggerezza. Successivamente si è interessato anche al ritratto, inteso come un territorio da esplorare e la pittura come il processo per costruirne la mappa.
Nel 2001 ha collaborato al progetto Global Pagoda, la più grande pagoda buddista del mondo, edificata a Gorai Creek, nei pressi di Mumbai, in India. Nel 2006 il suo progetto The Summer Triangle. Orfeo, Deneb e Altair ha vinto il concorso per la riqualificazione del tunnel di Raggiolo, in Casentino. Nel 2010, nella splendida cornice di un’antica chiesa del castello medievale di Poppi, ha collocato nella nicchia della pala d’altare A Bruit Secret & Pandora’s Box, l’affresco di un Ready-made di Duchamp all’interno della Pandora’s Box of Contemporary Art. Nel 2014 il suo progetto Tribute to traditions: Cultural Diversity in Unity diventa una mostra permanente al Museo Nazionale del Camerun a Yaoundé.
Diverse le committenze private (Susanna Agnelli, Nara e Giorgio Mondadori, Giorgio Armani, ecc.) e le mostre realizzate in tutto il mondo. In particolare si segnala la grande mostra The Transformative Power of Art svoltasi nel 2015 presso la sede delle Nazioni Unite a New York, per celebrare il 70 ° anniversario della firma della Carta delle Nazioni Unite.

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