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GHRAPHEIN

carte da una collezione privata

artisti: Afro, Alechinsky, Anderle, Burri, Capogrossi, Consagra, Dorazio, Fontana, Pasmore, Picasso, Pomodoro, Santomaso, Scialoja, Segal, Sutherland, Zec.

a cura di Angelo De Grande e Ciro Salinitro

8 giugno – 16 agosto 2019
NOTO – MUSEO GAGLIARDI
Via Cavour 91

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Ghaphein. Carte da una collezione privata è una antologia di opere raccolte in più di trent’anni da Angelo Buscema, personaggio poliedrico che ha dedicato tutta la sua vita alla grafica d’arte.

I fogli esposti testimoniano, senza ambizioni di compiutezza, la radicale rivoluzione operata nell’ambito delle arti grafiche a partire dalla seconda metà del Novecento, quando la marcata esigenza di rinnovare la funzione sociale dell’artista decretò la rinascita della stampa d’arte nella sua duplice valenza di genere autonomo e di processo comunicativo di massa. Un excursus multiforme e variegato di segni, colori e sperimentazioni tecniche che si snoda fra astrazione e figurazione, fra bianco e nero tradizionale e nuovi cromatismi, sulla scorta delle innovazioni artistiche introdotte in quegli anni, e i cui esiti sono perfettamente leggibili anche nella grafica.

Il corpus della mostra è costituito da veri e propri “capolavori” su carta, realizzati con tecniche e linguaggi disparati da alcuni dei massimi esponenti dell’arte del XX secolo. Aprono il percorso espositivo i tre capostipiti dell’informale italiano: Lucio Fontana, Alberto Burri e Afro Basaldella. Seguono, sempre nell’ambito dell’astrattismo nazionale, opere di Scialoja, Dorazio, Capogrossi, Consagra, Santomaso e Giò Pomodoro, mentre le coeve ricerche europee sono rappresentate dall’espressionismo calligrafico del belga Pierre Alechinsky, fondatore del gruppo CoBRa, e dal virtuosismo lirico del britannico Victor Pasmore. Ai segni aniconici di questi artisti si affianca poi la produzione di cinque grandi maestri figurativi, espressione in parte di quel dialogo transnazionale che tra gli anni ’70 e ’90 del Novecento vide l’Italia – e le sue stamperie più prestigiose – tornare nuovamente protagonista nella scena mondiale dell’arte contemporanea. Dall’erotismo distorto dell’ultimo Picasso si passa così alle virtuose acqueforti del bosniaco Safet Zec, del ceco Jirì Anderle e alle impronte evanescenti dell’americano George Segal, per finire con le visionarie metafore esistenziali di Graham Sutherland.

La maggior parte delle carte esposte escono dai torchi della celebre stamperia 2RC di Roma dove, in un clima di continua e costante evoluzione dei linguaggi grafici tradizionali, Valter ed Eleonora Rossi permisero agli artisti di esprimersi come facevano già con altri media, liberandoli dai limiti tecnici tipici dell’incisione (formato, colore e modalità esecutive). E anche grazie alla sensibilità, passione e competenza dei due editori-stampatori, infatti, se gli artisti che gravitavano intorno alla 2RC raggiunsero esiti straordinari e assolutamente inediti per capacità d’invenzione e rigore formale, tanto che talune opere oggi vengono considerate delle pietre miliari non solo nella loro produzione artistica ma anche nella storia della grafica moderna.

Questo sintetico viaggio nei linguaggi grafici contemporanei si completa con la rassegna Grafito. Dialoghi e metafore visive, ciclo di incontri d’arte a cura di Giuseppe Carrubba che offre un ulteriore spunto di riflessione sui rapporti tra il segno e le varie forme espressive del pensiero artistico (poesia, letteratura, teatro, ecc.).

BIGLIETTI:
acquistabili all’ingresso, riduzione per i possessori della Noto Card.

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